Essere “brava/o”

Ieri durante una lezione di gruppo, come faccio sempre ho chiesto alle persone di fermarsi ad ascoltare il proprio corpo e le proprie sensazioni, in modo da raccogliere la risposta del corpo a quello che stavamo facendo.
E’ questo un passaggio che nel Metodo Feldenkrais è frequente: ci si ferma e ci si riposa un minuto, si ascoltano le sensazioni e il corpo, si ascolta il respiro e poi si riprende il movimento.
Durante questa pausa, una persona ha commentato ad alta voce il movimento che stavamo facendo, condividendo il processo che lei aveva attraversato durante la lezione.
E insieme abbiamo riflettuto sul desiderio di essere “brava/o”.

Questa riflessione è profondamente incardinata nel Metodo Feldenkrais.
Posso fare un esempio.
E’ possibile superare il proprio limite in due modi.
Il primo è rivolto all’esterno e consiste nell’applicare uno sforzo per spingere il limite più lontano dal nostro centro.
Il secondo è rivolto all’interno e consiste nel migliorare lo spazio interno al limite senza allontanarci dal nostro centro.
Il primo modo si basa sula sensazione che quello che ho già non sia sufficiente a superare il mio limite, dunque devo rivolgermi all’esterno.
Il secondo modo si basa invece sul valorizzare quello che ho già contando su questo per superare il proprio limite.
Il primo modo si fonda quindi sulla mancanza e la sfiducia, il secondo sulla presenza e la fiducia.
Ma in verità non c’è bisogno di cercare di essere “brava/o” perché (con il Metodo Feldenkrais scopri che) tu lo sei già.