Attualmente il dolore cronico o ricorrente è sempre più diffuso fra la popolazione mondiale: si tratta di un fenomeno complesso da comprendere e perciò molto studiato.
In Italia la stima è di circa il 20% della popolazione, cioè 10 milioni di persone sofferenti per dolore cronico o ricorrente (Fonte ISS)
E’ un fenomeno molto studiato anche perchè un numero sempre crescente di persone si trova a dover affrontare il dolore cronico/ricorrente persino in età giovanile e in condizioni fisiche apparentemente buone e comunque tali da non giustificare la sofferenza fisica continuativa.
In questo senso la medicina sta via via precisando un numero crescente di diagnosi dedicate al dolore cronico, nel tentativo di classificare questo tipo di fenomeno (un esempio per tutti è la sindrome fibromialgica).
Resta il fatto che al di là della diagnosi, allo stato attuale molte persone intraprendono lunghi percorsi di ricerca e indagine specialistica senza rintracciare né una causa certa né un rimedio per la sofferenza che le affligge.
Essendo il dolore l’esperienza umana più difficile da sostenere, quando questa tende a fissarsi come uno stato che perdura nel tempo, naturalmente ha un impatto devastante sulla vita della persona.
Il solo timore di non potersi più liberare del dolore può infatti abbattere la qualità di vita della persona ai livelli minimi di sopravvivenza.
Avendo personalmente sofferto per oltre un decennio di dolore di grande intensità, io stesso ho attraversato questa esperienza che nel tempo mi ha motivato a formarmi ed a esercitare come counselor, come Somatic Experiencing Practitioner e come Insegnante del Metodo Feldenkrais.
La mia opinione è che una persona che intenda davvero liberarsi dal dolore cronico/ricorrente, deve mettere in conto che entrerà in un processo trasformativo che la cambierà (e non tutti sono davvero disposti a farlo).
Una persona che intenda liberarsi da questo tipo di dolore, dovrà inoltre considerare che non esiste una unica soluzione o un unico rimedio: è richiesto un approccio multilaterale che include corpo, sensazioni, emozioni, pensieri.
Il dolore viene infatti percepito a livello del nostro sistema nervoso, in contemporanea dai centri della corteccia prefrontale (pensiero cognitivo), dai centri del sistema limbico (emozioni) e dai centri della corteccia motoria e sensoriale (sensazioni): per questo la reazione del nostro cervello è molto simile sia che si tratti di un dolore emotivo sia che si tratti di un dolore fisico.
Probabilmente è questa la ragione per cui il dolore fisico innesca una riposta complessa da parte del nostro sistema nervoso che si esprime su più piani (sensazione, emozione, pensiero).
Perciò provando dolore, le sensazioni le emozioni e i pensieri possono rinforzare il dolore stesso producendo un ciclo ripetitivo, cioè una sofferenza che alimenta il dolore e lo stabilizza nel tempo sino a cronicizzarsi.
Per approfondire questo tema o per avere più informazioni sull’approccio multilaterale che propongo per gestire, ridurre e (possibilmente) liberarsi dal dolore cronico o ricorrente, puoi contattarmi per fissare un colloquio conoscitivo.